...altri hanno imboccato strade diverse...
A Chirignago lo Spirito ha suggerito
un cammino semplice ed allegro,
umile e grande,
un sentiero... per tutti.
La vita sotto le tende,
immersi nella natura,
pronti al gioco e all'avventura,
insieme, come tanti fratelli,
in una comunità che gridando:
"Chiri - Chiri - gnago - gnago"
si gonfia di "orgoglio", di gioia,
di nostalgia e di speranza.
Don Roberto Trevisiol
L'idea iniziale
Il Campeggio parrocchiale "San Giorgio" di Chirignago nacque nel 1968 e fu organizzato dal Presidente dei Giovani di Azione Cattolica di allora, Giorgio Bertaggia, da don Giorgio Balestra e don Pietro Lucchetta, cappellano di prima nomina, con il prezioso sostegno di Francesco Scandolin. Si può dire che l’idea
iniziale fu di proporre ai ragazzi
una “vacanza” educativa, in
ambiente sano, avventuroso, formativo
per il corpo e per lo spirito.
Idea semplice ma impegnativa, sia
perché allora la montagna non era
alla portata di tutte le tasche, sia
perché agli ideatori mancavano
esperienza, mezzi e denaro: e
come in tutti gli inizi, si mescolarono
inventiva, spirito di adattamento,
ed una buona dose di coraggio.
Da notare inoltre che, essendo
tempi di crisi per le organizzazioni
giovanili cattoliche, il
Campeggio nacque senza una
specifica appartenenza all’AC o
allo scoutismo: così, essendo
aperto a tutti, è diventato un'esperienza che ha unito tantissimi
ragazzi di Chirignago, magari solo per un turno, in una lontana estate.
Il segreto di un successo
Nel tempo il Campeggio è cambiato
in alcuni aspetti: una preparazione
più precisa dei giochi e dei materiali,
una serie di comodità sconosciute
all’inizio (la corrente elettrica, il
frigorifero, lo scaldabagno...), ma sostanzialmente
la formula è la stessa.
Come mai i ragazzi di oggi come
quelli di ieri si iscrivono volentieri
al Campeggio, ed anzi oggi gli
aspiranti educatori sono sempre di
più dei posti disponibili? I motivi stanno in alcuni “punti di
forza”: la vita all’aria aperta sotto
le tende, la montagna con boschi,
torrenti e sentieri, il gioco, lo stare
insieme. Cose semplici ma “sempreverdi”
e perciò capaci di affascinare
sempre i ragazzi che, nel
fondo, sono sempre uguali: in
questo ambiente privilegiato si
vivono avventure e nascono amicizie
che non si scordano più.
Certo, si tratta di una parentesi, ed
una volta tornati a casa tutto torna
un po’ come prima: i tentativi di “prolungare” il Campeggio sono
sempre stati vani. Questo è il suo
pregio ed, onestamente, il suo limite.
Un altro importante ingrediente
sta nella presenza costante
del sacerdote: da sempre, il cappellano
(e poi anche il parroco, a
turno…) c’è, dal primo all’ultimo
giorno. Forse ci siamo abituati e
non ci facciamo caso, ma avere
un prete giovane che vive coi
ragazzi e gli educatori, dorme in
tenda, mangia in gavetta e prende
il sole e la pioggia con loro, e per loro celebra la Messa quotidiana…
è un valore aggiunto
incalcolabile per la crescita spirituale
dei giovani. A questi sacerdoti
dobbiamo grande riconoscenza.
Le nostre tradizioni
Possiamo dire che per certi versi
tutti i campeggi di tipo parrocchiale
si assomigliano, ma… nessuno è uguale all’altro: nel tempo,
e con una serie così lunga negli
anni, il nostro Campeggio ha
assunto un’identità speciale, fatta
di ricordi, di canti, usi, modi di
dire, oggetti… chi è stato in
Campeggio non può scordare il “portagavette” che ogni tenda
realizza il primo giorno, la sveglia
non proprio delicata al suono
del campanon, il canto serale “O
Vergine di luce”, l’urlo di saluto
chiri chiri - gnago gnago al ritorno
dalle escursioni!
Di recente la “vecchia
guardia” ha rispolverato alcune
barzellette ed alcuni canti e bans
(filastrocche mimate) che ormai
stavano per cadere nell’oblio, persi nell’inevitabile trapasso di
educatori e capicampo (ad esempio Piero Bon, Fli Flai, Noi siam da Chirignago, ecc...)
Vanno senz’altro
reimparati e riproposti, come un
tesoro prezioso per i capicampo ed
educatori di oggi e di domani, che
faranno un servizio prezioso ai
loro ragazzi, inserendoli nella storia
viva del loro paese.
Un regalo prezioso
Da anni ormai al Campeggio si affiancano in parrocchia
le due associazioni sorelle,
Azione Cattolica ragazzi-giovani e
Gruppo Scout Chirignago 1: i timori
e le critiche che esse avrebbero
affossato il "nostro" Campeggio si
sono dimostrati infondati, anzi spesso
giovani Capi ed Educatori
ACR/ACG sono stati loro stessi educatori del Campeggio.
Francesco Scandolin
Il Campeggio è stato reso possibile dal servizio umile e faticoso di tanti uomini e
donne di Chirignago: cuochi, autisti e tanti amici che ogni anno caricano, montano e
smontano tutto il ponderoso materiale.
Un ruolo particolare lo ebbe Francesco Scandolin: per età ed impegni lavorativi non
poteva partecipare fisicamente al Campeggio, ma fin dal 1968 fu l’organizzatore
generoso e tenace che lavorava nell’ombra. Fu lui a procurare le tende ed il materiale
necessario a partire per l’impresa, ed a farlo arrivare in camion fino a Taibon Agordino.
Nei
diversi campi, campeggi ed uscite
dell'estate 2008 sono 257 le persone
che, tra i ragazzi delle medie e le due associazioni Scout ed Azione Cattolica, hanno
potuto vivere insieme ed alla luce
del Vangelo una settimana e in
qualche caso anche di più, con la
presenza costante di un sacerdote
e di generosi educatori, oltre a
tutti gli adulti che sono necessari
per i servizi che richiedono queste
attività. Ogni gruppo ha vissuto
un intenso programma dove molto
spazio era dato al gioco, ma l'obiettivo
fondamentale rimaneva
quello della formazione umana e
spirituale.
Anni, luoghi, sacerdoti
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Don Pietro Lucchetta |
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Don Pietro Lucchetta e Don Giuseppe Rizzieri Bacci |
1973 |
Sappada |
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1976 |
non effettuato |
Don Orlando Barbaro |
1977 |
Val Malene |
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Don Angelo Munaretto |
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1984 |
non effettuato |
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2001 |
Caprizzi |
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2002 |
Lateis |
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2003 |
Pradis di Sopra |
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2009 |
Scurelle - Val Campelle |
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2010 |
Forni di Sopra |
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2011 |
Tres - Val di Non |
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2012 |
Val dei Mocheni - Sant'Orsola Terme |
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Elenco (incompleto) dei capi campo
Giorgio Bertaggia
Roberto Brugnaro
Nadia Ortes
Gabriele Zottarelli
Luisa Asfodelo
Adriana Rigobello
Roberto Agostini
Enrico Pavanello
Ivana Brolati
Marco Artuso
Bernardo Cesare
Michele Fiasconaro
Alessandro Boscolo
Alberto Boscolo
Giorgio Zecchin
Carlo Scotton
Oliviero Scotton
Paolo Trevisan
Elena Perin
Cristina Bugin
Katia Vanin
Anna Simion
Francesco Busolin
Francesco Bortolato
Salvatore De Iaco
Giorgio Longo
A Chirignago niente Grest:
«Meglio investire sui campi scuola»
Don Andrea Longhini: «Producono più frutti di vita comunitaria»
C'è anche chi va controcorrente. Non perché non abbia richieste o non abbia di che investire in questo settore, ma perché preferisce, con le risorse umane a disposizione, investire in attività che hanno un maggior ritorno. È per questo che a San Giorgio di Chirignago la parola Grest non è conosciuta. «Piuttosto che mettere in campo uno sforzo organizzativo enorme, con frutti uguali a zero, preferiamo concentrarci sui campi scuola», spiega il vicario parrocchiale don Andrea Longhini. Quali frutti? Quelli di vita comunitaria: non è concepibile, per i sacerdoti di Chirignago il Grest sia frequentato da 200 ragazzi per trovarne poi solo 4 sui banchi della chiesa la domenica. E allora meglio spendersi per i campi scuola, che producono un maggior attaccamento alla vita della comunità.
Quest’anno se ne sono organizzati nove: e ognuno potrà contare sulla presenza di un sacerdote, don Andrea o il parroco don Roberto Trevisiol, dall’inizio alla fine. «È una presenza che fa la differenza», commenta don Longhini: «Rende possibile la messa tutti i giorni e dà uno stile di vera famiglia, grazie alla presenza del “padre” di questa comunità». I campi sono «punto d’arrivo e di partenza di un’ordinarietà di vita comunitaria seria e curata. Gli episodi, anche se esaltanti, non servono se non c’è ordinarietà».
Durante il mese di luglio 2010 è stato allestito un campeggio a Forni di Sopra: si sono alternati i ragazzi delle medie, i giovani dell’Azione Cattolica (ACG) e gli esploratori Scout. La casa di Caracoi Cimai, con una vista superba sulla vallata dominata dal Civetta, ha accolto i ragazzi delle superiori e i lupetti. Per l’Azione Cattolica Ragazzi (ACR) si è presa in affitto una casa a metà agosto; mentre le prime due settimane di agosto 2010 sono dedicate ai campi mobili di noviziato e clan, che hanno compiuto un percorso in bici in Normandia (con don Andrea) e in Austria (con don Roberto).
D’accordo, ma il Grest non è anche un utile servizio da offrire alle famiglie, alle prese con il lavoro e senza poter contare più sulla scuola? «Dobbiamo prima vedere qual è il fine della parrocchia», replica don Andrea. «In un regime di risorse umane infinite non ci sarebbero problemi a fare anche questo. Ma essendo le risorse scarse, è meglio impiegarle al meglio, senza spremerle troppo. Per questo dobbiamo scegliere. La parrocchia non è un’aggregazione sociale, ma prima di tutto una comunità cristiana, che poi porta anche del bene alla società. Se questo è il primo fine, lo posso raggiungere meglio con i campi scuola. Altrimenti il rischio è di diventare degli assistenti sociali: non abbiamo i mezzi e le conoscenze per farlo. Altri lo sapranno fare meglio di noi».
Paolo Fusco, tratto da Gente Veneta n. 23 del 12 giugno 2010, pag. 25 |